La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri
Marco Aurelio
In alcuni momenti della vita può accadere di sentirsi stressati, sopraffatti dalle cose, di sentirsi ansiosi ed a disagio, di avere poca stima in se stessi o di vivere una vita relazionale scombussolata o di attraversare difficili crisi familiari. Sta capitando anche a te? Se sei qui a leggermi forse sì. Accade ad un certo punto di accorgersi che non siamo più in grado di gestire i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri comportamenti e di conseguenza la qualità della nostra vita peggiora e tutto ci sembra vano. Il disagio, la sofferenza ed il dolore sono segnali preziosi da ascoltare ed accettare dato che ci indicano che qualcosa non va e richiede di essere cambiato. Il sintomo custodisce in sé e nella sua storia un significato che merita di essere compreso.
Attraverso un percorso di psicoterapia potrai riuscire a dare un senso a ciò che ti sta accadendo ed apprendere nuove strategie per risolvere i tuoi problemi. Non sarò io a risolverli direttamente.. ma potrai risolverli attraverso di me e con me. Usando una metafora potremmo dire che il terapeuta funge da guida, come un faro nella notte nel bel mezzo del mare aperto.. ma il timone della barca rimarrà comunque a te. Vinceremo o perderemo entambi la nostra battaglia.
Se sei qui a leggermi significa che stai già ammettendo a te stesso di avere un problema… bravo! Come dice la saggezza popolare chi comincia è già a metà dell’opera ed ammettere di avere un problema è la premessa necessaria per poterlo risolvere.
Ma nella pratica che si fa dallo psicologo? Ti starai chiedendo.. Nei primi 3 o 4 incontri il mio obbiettivo sarà di capire esattamente qual’è la fonte delle tue problematiche sia attraverso i nostri colloqui sia attraverso l’ausilio di alcuni test psicologici. Al termine di questi primi incontri condividerò con te l’idea che mi sono fatta e concorderemo insieme degli obbiettivi terapeutici che guideranno poi il nostro percorso insieme.
Nel mio lavoro pongo particolare attenzione ai seguenti ambiti di intervento, seguendo l’approccio cognitivo comportamentale.
(ansia generalizzata, fobie, attacchi di panico, ecc)
(depressione, depressione post-partum, ecc)
(depressione, depressione post-partum, ecc)
sia maschile che femminile
(gestione delle emozioni, problemi di coppia ecc)
(implementazione della comunicazione assertiva)
(training di rilassamento di Jacobson)
(es. aborti, morte fetale endouterina)
per singoli o coppie che hanno avuto un figlio affetto da malformazioni
Il lavoro dello psicologo richiede capacità di ascolto ed empatia, elementi fondamentali alla costruzione di una buona alleanza terapeutica, ma non sufficienti all’azione di cambiamento che il professionista è portato a promuovere nella persona. A queste qualità naturali deve affiancarsi una metodologia rigorosa che poggia le basi su una lunga tradizione di ricerca nel campo della psicoterapia. Ciò che caratterizza e distingue la psicoterapia Cognitivo Comportamentale è la spiegazione dei disturbi emotivi attraverso l’analisi della relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Il cardine di tale prospettiva è il ruolo attribuito al pensiero nella determinazione del disagio e dei problemi psicologici ed emotivi.
L’approccio cognitivo comportamentale
I principi di base della psicoterapia Cognitivo Comportamentale sono che le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi. Non è l’evento in sé, ma la sua interpretazione a determinare il modo in cui lo viviamo, in termini di pensieri, emozioni, comportamenti. Molti disturbi (ovvero la sofferenza psicologica e/o i diversi sintomi) sono dovuti ad una modalità disfunzionale di “leggere” la realtà, che porta a vivere in preda a paure, ansie, prigioni mentali. Il pensiero influenza lo stato emotivo e la messa in atto di un comportamento piuttosto che un altro.
Il presupposto di base della psicoterapia Cognitivo Comportamentale è quindi che la sofferenza della persona dipende molto dai suoi modi di pensare ed interpretare ciò che le succede. Il modo con il quale leggiamo ed interpretiamo gli eventi deriva a sua volta da ciò che abbiamo appresso e sperimentato all’interno della nostra storia personale. Così come un personal trainer è chiamato a costruire un allenamento su misura per quella persona, così il terapeuta deve saper coniugare la tecnica, asettica per definizione, con l’unicità dell’essere umano.
Come agisce la psicoterapia cognitivo comportamentale
L’obiettivo della psicoterapia Cognitivo Comportamentale è allora quello di dare sollievo ai sintomi (ad es. un calo dell’umore, l’attacco di panico, i rituali ossessivi, ecc) attraverso una strategia che consiste nell’aiutare la persona a diventare consapevole del proprio modo di pensare, delle proprie credenze e della rigidità di alcune convinzioni, al fine di modificare o modulare i comportamenti e le emozioni che creano disagio o sofferenza. Parallelamente a questo lavoro “sul sintomo” si cerca assieme al paziente di trovare il collegamento che il sintomo ha con la sua storia personale, per comprenderne il significato e per apprendere contemporaneamente modalità più funzionali e meno rigide di reagire a quelle situazioni che la persona vive come problematiche.
La psicoterapia Cognitivo Comportamentale considera il paziente soggetto attivo all’interno del percorso terapeutico e quindi costruttore responsabile, giorno dopo giorno, del proprio percorso di cambiamento. Il terapeuta dal canto suo accompagna il paziente all’interno di questo percorso non sempre facile aiutandolo a raggiungere gli obbiettivi preposti.
La psicoterapia Cognitivo Comportamentale prevede l’impiego di tecniche volte alla modificazione del comportamento ponendosi quindi come obbiettivo principe il passaggio dalla dimensione del “pensare” a quella del “fare” . Questo avviene attraverso la possibilità di fornire al paziente degli strumenti concreti che gli consentano appunto di ”agire” un cambiamento all’interno della propria esistenza.
La terapia cognitivo comportamentale prevede l’utilizzo delle seguenti metodologie:
Ristrutturazione Cognitiva
Per ristrutturazione cognitiva si intende un processo interattivo mirato alla modificazione graduale del modo con cui una persona tende ad interpretare gli eventi. Il compito del terapeuta è quindi quello di guidare il paziente, attraverso il dialogo, alla scoperta dei propri errori di ragionamento e alla ristrutturazione del proprio stile di pensiero così da alleviare la sofferenza emotiva.
Tecniche di Rilassamento
In ambito cognitivo comportamentale si utilizza molto il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson, attraverso il quale viene addestrato il paziente a riconoscere lo stato di tensione e contrazione muscolare che lo accompagna negli stati d’ansia, in modo tale da sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio stato psicofisico imparando così ad esercitare un maggior autocontrollo sulle proprie funzioni corporee.
Esposizione Graduale
Per superare le paure è molto importante l’esposizione graduale, ovvero la pratica che aiuta gradualmente il soggetto a stare nella situazione problematica, passo dopo passo, fino alla scomparsa del disagio.
Training di Assertività
Il training di assertività o addestramento affermativo viene utilizzato per migliorare il proprio stile di comunicazione, in modo tale da vivere le relazioni in armonia, nel rispetto dei diritti propri e altrui, liberi da sensi di colpa, vergogna, rabbia, paura.
Quali sono le funzioni di una consulenza sessuale?
L’INFORMAZIONE, nel caso in cui la persona possieda scarse conoscenze circa l’anatomia e la fisiologia della risposta sessuale e per superare stereotipi o falsi miti che spesso sono creati ed alimentati dai media e dal senso comune (es. l’idea che ogni rapporto sessuale debba terminare con un orgasmo simultaneo, o che l’erezione maschile debba essere sempre immediata al primo contatto con una persona attraente).
Una corretta informazione porta alla rivalutazione di certi pensieri e convinzioni e ad un arricchimento del repertorio legato ai propri comportamenti sessuali,a dimostrazione del fatto che, come sostiene Roberta Giommi, direttrice dell’Istituto Internazionale di Sessuologia a Firenze, “la sessualità si impara”.
LA TERAPIA, nel caso in cui in seguito ad una fase di approfondimento sia stata individuata la presenza di una disfunzione sessuale (disfunzione erettile, eiaculazione precoce, vaginismo, dispareunia ecc). Il trattamento dei disturbi sessuali e delle problematiche relative alla vita sessuale ha come scopo non solo il superamento della disfunzione sessuale stessa, ma anche il mantenimento del benessere psicosessuale raggiunto.
CHI PUÒ RIVOLGERSI AD UN SESSUOLOGO CLINICO?
La consulenza sessuale è aperta a singoli o coppie, a partire dall’adolescenza fino alla terza età. La consulenza sessuale può essere utile anche in delicati momenti della vita in cui la funzione sessuale può subire dei cambiamenti (cambiamenti fisiologici dovuti al trascorrere degli anni, nel post-partum, durante la menopausa, in seguito ad interventi chirurgici, in seguito alla diagnosi di una malattia e/o alla somministrazione di una terapia farmacologica che comprometta il funzionamento sessuale dell’individuo).
COME SI SVOLGE LA CONSULENZA SESSUALE?
Il sessuologo clinico, attraverso un ascolto empatico ed attento, accoglie la richiesta della persona o della coppia, su temi relativi alla sessualità. A volte la consulenza può chiudersi in un unico colloquio, ad esempio quando ha solo una finalità informativa; altre volte invece, possono servire più incontri per poter fare un maggior approfondimento in merito alla storia psicosessuale e relazionale del singolo o della coppia.
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